Uniti da rapporti storici e culturali che risalgono nei secoli, i popoli italiano e siriano tuttora condividono molte testimonianze di quei rapporti.
Le relazioni economiche sono state molto intense in particolare nel periodo 2006-2011, quando l’Italia si era posizionata ai primi posti tra i partners commerciali di Damasco. Quelle culturali hanno visto una presenza costante di numerose missioni archeologiche considerata la ricchezza del patrimonio culturale siriano.
A quel periodo risalgono anche alcune delle più importanti iniziative della Cooperazione Italiana in Siria, quali il centro sulla certificazione dell’olio di oliva ad Idlib, il centro di formazione al restauro nel Museo di Damasco, il restauro della Cittadella delle stessa Damasco, la fornitura di attrezzature all’ospedale di Marrat e la realizzazione del Centro di cardiologia infantile a Damasco.
La crisi scoppiata nel marzo 2011 ha quasi azzerato i rapporti commerciali, mentre la Cooperazione è divenuta sempre più focalizzata sull’aiuto umanitario alla luce delle condizioni sempre più gravi della popolazione colpita dalla guerra.
Con la fine del regime di Assad e le misure di graduale allentamento delle sanzioni europee sono ripresi i contatti sia per sostenere un processo politico inclusivo nella definizione delle nuove istituzioni siriane, sia per riattivare percorsi di collaborazione commerciale utili al percorso di ripresa economica, rafforzando al contempo gli interventi umanitari con la messa a disposizione di nuove risorse.
Collocandosi tra i primi Paesi occidentali ad avviare contatti con la nuova dirigenza siriana il Ministro Tajani visitava Damasco già il 10 gennaio, avviando un rapporto consolidato dalla successiva visita a Roma, il 18 marzo, del Ministro degli Esteri siriano Shaibani, fino all’incontro il 26 settembre tra il Presidente del Consiglio Meloni e il Presidente Sharaa a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.